Rassegna Stampa
"E' già passato un anno (era il 3 luglio 2006) dalla morte di don Tullio..."
E’ GIÀ PASSATO un anno (era il 3 luglio 2006) dalla morte di don Tullio Contiero, e sembra ieri, come se il ‘prete comunista’ fosse
ancora qui a dire la sua messa del martedì per gli studenti dell’Alma Mater, a consigliare gli obiettori su come praticare il loro
antimilitarismo, ad animare l’impegno per una campagna d aiuto all’Africa che non si esaurisse in qualche filantropica elargizione, in
una settimana di ‘turismo evangelico’ a uso della buona coscienza del viaggiatore europeo, ma si concretizzasse duramente,
ostinatamente (don Contiero era ostinato come lo sono i missionari), in una dimensione stabile di testimonianza e di azione pratica.
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Una nuova sede per il «Centro Donati»
Venerdì 16 alle 19 verrà inaugurata la nuova sede del Centro studi «Giuseppe Donati», in via Marsala
33 (ingresso da vicolo Luretta 3/a): dopo una breve presentazione da parte di don Francesco Ondedei, del Centro, il vescovo
ausiliare monsignor Ernesto Vecchi impartirà la benedizione ai locali; quindi ci sarà un momento conviviale e un
incontro con padre Gianni Nobili, missionario comboniano che ha a lungo collaborato con il Centro accompagnando anche diversi viaggi da
esso organizzati in Africa, in partenza per rientrare in Congo.
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Quei soldatini che non giocano più
Dal 2000 ad oggi il terribile fenomeno dei
bambini soldato è in calo, ma solo per
la scomparsa di diversi focolai di guerra,
ed è comunque ancora drammaticamente
presente in molti Stati del continente africano.
A spiegarlo è padre Giulio Albanese,
missionario comboniano e responsabile del
settore riviste della Direzione nazionale
Pontificie opere missionarie, invitato a
Bologna dal Centro studi Donati a parlare sul
tema «Non possiamo più giocare. La guerra e le
bambine soldato».
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